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Medicane: l’uragano mediterraneo minaccia l’Europa

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Si chiama Medicane: combinazione delle parole inglesi “Mediterranean” e “hurricane” e si è, nuovamente, formato nel nostro mare . Ianos, infatti, è un uragano mediterraneo che «ha traslato il suo baricentro verso lo Ionio e lambisce l’Italia, in particolare Sicilia e Calabria, dove sono in atto piogge e temporali.» La spiegazione del meteorologo Riccardo Ravagnan a La Stampa delinea una situazione pericolosa per il nostro Paese, ma catastrofica per la Grecia, dove si è abbattuto il 18 settembre.

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Nascita e vita di un uragano mediterraneo

Più piccolo di quelli atlantici, può comunque causare danni ingenti. Si forma solitamente a fine estate, quando le temperature miti dell’acqua sono più alte di quelle dell’aria. Traendo l’energia dal mare, il ciclone si rafforza con il calore e l’umidità. I venti, acquistando velocità, possono portare a precipitazione violente, con conseguenze nefaste sulle coste.

Il vortice, che in un primo momento aveva perso forza, si è riorganizzato. Questo processo è dovuto alle temperature delle acque superficiali, che hanno raggiunto picchi di 27-28 °C. Così, vicino alle coste libiche, si è rivitalizzato. Le previsioni erano catastrofiche. Secondo alcuni modelli matematici, le raffiche avrebbero raggiunto i 200 km/h. Secondo altri, si sarebbero sfiorati, addirittura, i 225 km/h.

«La caratteristiche essenziale è il “cuore caldo” (warm core in termine tecnico), ben presente soprattutto nei bassi strati, con temperature di oltre i +2°C +3°C (se non pure più) rispetto all’ambiente circostante.» ha aggiunto il meteorologo Carlo Testa. Questi cicloni possono conservare una potenza enorme, nonostante abbiamo meno spazio per svilupparsi rispetto a quelli oceanici.

La mattina del 18 settembre, Cefalonia si è risvegliata con un paesaggio inquietante, nonostante l’aumento della pressione atmosferica e l’abbassamento del livello del mare.

Già il portavoce del governo, Stelios Petsas, aveva messo in guardia: «L’impatto di Ianos, dobbiamo essere chiari, sarà simile a quello di una forte tempesta ma di maggiore intensità, estensione e durata.»

L’impatto del medicane sulla costa greca

L’impatto è stato devastante. Meteo.gr, ente preposto al monitoraggio meteorologico, aggiorna i cittadini. La situazione è pericolosa. Si chiede ai greci di evitare viaggi non strettamente necessari a Cefalonia, Zante e Itaca. Inoltre, si allegano immagini di alberi sradicati e oggetti volanti, spazzati via dalla tempesta.

Un video immortala le raffiche incessanti, che preoccupano la popolazione.

Non è la prima volta per un uragano mediterraneo

Già due anni fa, a fine settembre, Zorba si era scagliato sulla penisola ellenica. Piogge torrenziali ne avevano accompagnato l’arrivo. In poche ore, tre persone venivano state dichiarate scomparse dalla TV nazionale. I vigili del fuoco avevano ricevuto migliaia di segnalazioni da parte della popolazione, intrappolata nelle proprie case, talvolta scoperchiate.

Nonostante i medicane siano eventi rari, il loro numero si sta intensificando. La tendenza sarebbe quella dei cicloni tropicali: a una diminuzione degli eventi, l’intensità aumenterebbe, portando a conseguenze catastrofiche. Giovanni Coppini, direttore della divisione Opa (Ocean Predictions and Applications) del Cmcc, il Centro Mediterraneo sui cambiamenti climatici avverte:

«Quello che possiamo aspettarci è che l’innalzamento della temperatura del mare porti a un aumento dell’intensità dei Medicane, con pioggia e venti estremi che possono arrivare a 150 km/h, ma non a un numero maggiore di questo tipo di tempeste estreme. Il Medicane rimane un evento raro.»

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Medicane e cambiamento climatico

Collegare la formazione di questo uragano mediterraneo al cambiamento climatico è complesso. Le valutazioni da effettuare sono molteplici, come sottolinea Antonello Pasini, fisico e divulgatore scientifico. L’aggravamento della situazione italiana è notevole: per ragioni termodinamiche, è più probabile che i medicane possano infrangersi anche sulle nostre coste. D’altra parte, però, non è detto che il numero dei fenomeni salga, visto che dipendono dalla circolazione marina.

Non eravamo abituati a concepire che eventi estremi di questa entità potessero accadere anche nel Mediterraneo. Questo problema si aggiunge alle già molteplici difficoltà che devono essere affrontate dalle isole e dalle città costiere. L’innalzamento del livello del mare e il suo riscaldamento sono fenomeni da osservare costantemente. Inoltre, è necessario collegare più fattori profondamente collegati tra loro, per poter far affiorare una vera strategia per la mitigazione e l’adattamento.

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di Natalie Sclippa
Set 19, 2020
Nata in Friuli-Venezia Giulia nell'estate del '98, sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche e ora sto proseguendo i miei studi in Criminologia. Curiosità, determinazione ed entusiasmo fanno parte del mio vocabolario minimo. Cerco di coniugare la mia passione per la scrittura con l'attenzione verso ciò che mi circonda. Affascinata dal perfetto equilibrio terrestre, mi dedico alla comprensione degli effetti antropici sulla natura. Amante del diritto e delle lingue, mi impegno per dare risalto alle battaglie in cui credo, lavorando, al contempo, per smussare gli spigoli del mio carattere. Il mio motto? Non esiste giustizia ambientale senza giustizia sociale.

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