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Il Cile non ospiterà più la COP25

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Ciò che sta succedendo in questi giorni in Cile è sulle pagine dei notiziari di tutto il mondo. Le proteste che stanno invadendo il paese sudamericano hanno, purtroppo, indotto il Presidente Sebastiàn Pinera ad annunciare, nella giornata del 30 ottobre, che il suo paese non potrà ospitare la COP25; una conferenza organizzata dall’ONU con cadenza annuale per discutere delle possibili soluzioni attuabili contro i cambiamenti climatici, in quanto il suo governo al momento ha la priorità di “ristabilire l’ordine pubblico”. Una decisione ragionevole che però finisce per spaventare chi questo evento lo attende con ansia da quasi un anno.

cop25

La COP25 si farà o non si farà?

La paura più grande che sorge tra tutti gli ambientalisti riguarda proprio questa domanda. L’annullamento di un evento del genere potrebbe infatti peggiorare drasticamente la situazione. Per affrontare i cambiamenti climatici è necessario un simultaneo impegno da parte di tutti i governi del mondo. Eventi di questo tipo contribuiscono in questo senso a rafforzare i rapporti e la collaborazione tra essi, o quanto meno tra quelli di maggior buonsenso.

Il video dell’annuncio

Risulta tuttavia difficile capire, a solo pochi giorni dall’annuncio, se la Conference of Parties, giunta alla sua 25esima edizione, sarà definitivamente annullata o se invece cambierà semplicemente la sua cornice. Giovedi’ si e’ aperta una piccola speranza in quanto il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez ha proposto Madrid come sede sostitutiva dell’evento. La Segretaria Esecutivo sul Cambiamento Climatico dell’Onu, Patricia Espinosa ha affermato che l’offerta della Spagna è un segno “incoraggiante” del multilateralismo e consentirebbe agli organizzatori di attenersi ai tempi originali del vertice.

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Mai nella storia della COP un paese aveva rinunciato ad ospitare l’evento con così breve preavviso. La conferenza si sarebbe dovuta tenere tra il 2 ed il 13 dicembre. Riuscire a riorganizzare l’evento in un solo mese è quanto meno un compito arduo. L’UNFCCC e’ infatti ancora in attesa di una lettera ufficiale dalla Spagna ed e’ atteso per venerdi’ a Bonn un incontro tra i funzionari spagnoli e le Nazioni Unite.

La maledizione della COP25

La 25esima edizione sembra essere maledetta. Proprio nell’anno in cui il problema dei cambiamenti climatici ha iniziato a scalare le gerarchie dei media, grazie soprattutto alle proteste dei giovani di Fridays For Future e non solo, l’evento più importante dell’anno rischia di saltare.

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Il paese inizialmente designato per ospitarla era infatti il Brasile. Purtroppo però, nel Novembre scorso, una delle prime decisioni prese dal neopresidente Bolsonaro, è stata proprio quella di cancellare la propria disponibilità a farsi carico dell’organizzazione della conferenza. Un fatto che non sorprende ma che, per dovere di cronaca, riportiamo affinchè il ritratto di Jair Bolsonaro, definitiivamente ascrivibile nella lista degli amici del cambiamento climatico, possa essere arricchito da questa brutta figura.

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Tra i candidati per ospitare la COP25 c’era in principio anche la Costa Rica che ha poi ritirato la propria candidatura per paura delle spese che avrebbe dovuto affrontare.

E adesso?

Trovare una location alternativa prevede costi organizzativi molto alti, oltre che non pochi problemi logistici. Suggestiva, ma senza ancora nessun riscontro dai piani alti, l’idea lanciata via social da Fridays for Future. Onde evitare l’emissione di tonnellate di CO2 generate dagli innumerevoli jet privati dei vari politici che avrebbero dovuto recarsi in Sud America, perché non trovare un modo per far sì che la conferenza possa tenersi virtualmente?

Cosa di meglio, piuttosto che l’ennesima conferenza localizzata – con i soliti infiniti voli transcontinentali e annesse tonnellate di emissioni, e che il più delle volte finisce nelle solite belle parole, con tanta aria fritta e zero impegni – di un bel “conference-change”: che la COP25 sia la prima COP a zero emissioni, ma col pieno di contenuti e impegni veri! #CaroAntonioGuterres: per essere il primo vero summit del futuro, che la COP25 si tenga “virtualmente”, e carbon-free

Fridays For Future

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Gli attivisti del movimento targato Greta Thunberg, che proprio in questi giorni era in viaggio per recarsi in Cile dove avrebbe dovuto partecipare alla conferenza, hanno colto l’occasione per sottolineare come questa sia un’opportunità più unica che rara per iniziare a razzolare bene, oltre che predicare e basta. Una delle più costanti critiche mosse dai movimenti ambientalisti ad eventi di questo tipo riguarda infatti proprio la loro mancanza di concretezza. Troppo spesso abbiamo assistito a discorsi pieni di enfasi e di belle promesse infrangersi di fronte alla realtà dei fatti. Di bei propositi ne abbiamo sentiti fin troppi. Ora è giunto il momento della coerenza.

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di Luigi Cazzola
Nov 1, 2019
Nato nel 1991 a Fano, laureato in Lingue e Comunicazione. Marketer di professione e diverse esperienze all’estero alle spalle. Da ormai qualche anno ambientalista convinto, a Settembre 2018 arriva la svolta che stava aspettando. Viene selezionato per il “Corso di Giornalismo Ambientale Laura Conti”, dove può finalmente approfondire tematiche relative tanto al giornalismo quanto all’ambiente. Fermamente convinto che la lotta al cambiamento climatico sia la più importante battaglia della sua generazione, decide di mettere le competenze acquisite al servizio di tutti per accrescere la consapevolezza legata a questo tema e fornire consigli pratici per orientare le scelte dei singoli verso un approccio più green grazie ad un consumo più critico e consapevole. Per L’Ecopost si occupa di redazione di contenuti, sviluppo Front-End e comunicazione sui Social Media.

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