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Inquinamento dei mari, falliti gli obiettivi per il 2020

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Nel lontano 2008 era stata redatta dall’UE una Direttiva il cui obiettivo era quello di raggiungere un “Buono Status Ambientale delle acque” entro il 2020. Nel 2020, però, la situazione è ancora problematica e gli obiettivi per la riduzione dell’inquinamento del mare sono stati rimandati al 2030.

Mancato obiettivo per limitare l’inquinamento del mare

L’ambiente marino è un patrimonio prezioso che deve essere protetto, preservato e, ove possibile, ripristinato. L’obiettivo finale è quello di mantenere la biodiversità e far sì che oceani e mari siano puliti, sani e produttivi. Queste le esatte parole della lunghissima direttiva del 2008, i cui obiettivi non sono ovviamente ancora stati raggiunti.

Il punto 29 cita l’anno 2020, allora probabilmente visto come appartenente a un futuro lontano anni luce, data la poca tempestività con la quale sono state attuate le misure atte a contenere il riscaldamento climatico. Gli stati membri dovrebbero prendere le misure necessarie per raggiungere e mantenere un buono status ambientale del mare. Anche se dovrebbe essere riconosciuto che questo obiettivo non potrà essere raggiunto prima del 2020.

Un quadro contrastante

Alcuni progressi, certo, sono stati fatti. A tal proposito si possono leggere alcuni dati nella relazione dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sugli ecosistemi marini europei (giugno 2020). Alcuni ecosistemi marini sono in recupero a causa di significativi, spesso decennali, sforzi per ridurre gli impatti ambientali delle attività umane. Lo stato di qualità dei mari europei dipinge però un quadro dai colori contrastanti. Se infatti alcune specie mostrano segni di ripresa (le aquile dalla coda bianca nel Mar Baltico sono in crescita), nell’Oceano Artico norvegese, nel Grande Mare del Nord e nel Mar Celtico, negli ultimi 25 anni si è registrato un calo del 20% degli uccelli marini.

La pesca intensiva è diminuita nell’Atlantico nord-orientale e nel Mar Baltico, ma il Mar Mediterraneo e il Mar Nero rimangono fortemente sovrasfruttati. Mentre le norme UE che regolano le sostanze chimiche hanno portato a una riduzione dei contaminanti, si registra un aumento dell’accumulo di plastica e di residui chimici nella maggior parte delle specie marine.

L’ecosistema del Mediterraneo è tuttora tra i più ricchi al mondo, con 17mila specie, ma solo il 6,1% dei suoi stock ittici è pescato in modo sostenibile e solo il 12,7% della sua area non riscontra problemi di inquinamento (ANSA)

inquinamento del mare

Il danno dell’inquinamento del mare può essere irreversibile

La relazione dell’ AEA, quindi, più che una celebrazione dei pochi successi ottenuti, costituisce un monito. Stiamo infatti esaurendo il tempo a disposizione per invertire decenni di incuria ed uso improprio delle risorse del mare. Il danno ai mari può infatti essere irreversibile. Alcune delle cause sono l’inquinamento dei mari e quindi l’alterazione chimico-fisica delle acqua, ma anche il riscaldamento globale che comporta l’acidificazione degli oceani, la scomparsa dei coralli, la formazione di enormi zone morte, senza più alcun barlume di vita.

Ma il danno i mari non comporta soltanto, come si potrebbe pensare, l’estinzione di qualche piccolo mollusco invisibile all’occhio umano. Vi sono conseguenze dirette anche sulle popolazioni europee. Le condizioni dei mari determinano infatti la loro capacità di fornire ossigeno, cibo, un clima abitabile e materie prime, oltre che a sostenere le attività ricreative e la salute. In grande scala, poi, tale situazione ha ripercussioni sulla qualità della vita, sui mezzi di sostentamento e sull’economia

La speranza resta (almeno fino al 2030)

Gli autori dello studio sono speranzosi che entro il 2030 la situazione dei mari possa migliorare drasticamente. Abbiamo ancora una possibilità di ripristinare gli ecosistemi marini se agiamo in modo deciso e coerente e realizziamo un equilibrio sostenibile tra il modo in cui utilizziamo i mari e il nostro impatto sull’ambiente marino. Così ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA.

Questa relazione è infatti un’ulteriore spinta per gli Stati Membri ad agire a favore dei mari del continente. La Commissione ha inoltre prodotto una serie di criteri dettagliati e standard metodologici per aiutare gli Stati membri ad attuare la direttiva sui mari. Alcuni esempi pratici? Ridurre la pesca eccessiva e le pratiche di pesca non sostenibili, ridurre i rifiuti di plastica, i nutrienti in eccesso, il rumore subacqueo e tutti gli altri tipi di inquinamento dei mari. Insieme alla nuova strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, tra i cui i obiettivi vi è quello di rendere almeno il 30% dei mari una zona protetta, e al Green Deal europeo si dovrebbe poter raggiungere gli obiettivi originari entro il 2030.

Leggi il nostro articolo riguardo alla Strategia Europea sulla biodiversità 2020

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di Iris Andreoni
Giu 30, 2020
Nata a Milano nel 1991 ma bergamasca di adozione, è tornata nella sua città natale per conseguire la laurea specialistica in Lettere Moderne, un corso di studi che ha cambiato la sua vita e il suo punto di vista sul mondo. Ha infatti imparato ad approfondire e affrontare criticamente argomenti di varia natura e dare in questo modo priorità a ciò che nella vita è davvero importante. Il rispetto per l’ambiente è una di queste cose e, grazie ad alcuni libri e documentari, ma anche dopo due viaggi in Asia, Iris si interessa in modo particolare a questo ambito. Durante l’università scrive recensioni e interviste sul blog letterario Viaggio nello Scriptorium e, terminati gli studi, si appassiona al mondo del giornalismo, decidendo di sfruttare il grande potere della scrittura per comunicare al mondo i suoi interessi e le notizie più importanti. Collabora come redattrice con il giornale Bergamo Post e ha poi l’onore di frequentare il Corso di Giornalismo Ambientale Laura Conti organizzato da Legambiente. Qui conosce altri aspiranti giornalisti e insieme decidono di dare il loro contributo per informare l’Italia riguardo all’emergenza ambientale cui stiamo assistendo e di cui non molti sembrano essersi accorti. Per l’Ecopost Iris si occupa della redazione di contenuti e comunicazione sui Social Media.

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