Non prendiamoci in giro. Una apocalisse improvvisa stile film hollywoodiano in cui un’onda gigantesca sommerge tutte le città della terra, forse, non accadrà. Stiamo assistendo, però, ad alcuni eventi che ricordano una ipotetica fine del mondo da pellicola. Un esempio è quello dell’aumento di bande criminali che rubano le risorse naturali per venderli a caro prezzo, vista la loro rarità. Le api sono una di queste risorse e il loro furto avviene sempre più spesso.
Leggi anche: “L’estinzione delle api sarà l’inizio della fine”
I furti agli apicoltori
Un furto recente avvenuto oltreoceano è quello di Mike Potts, un apicoltore del’Oregon. Potts si trovava nel cuore agricolo della California per portare 400 dei suoi alveari. Nella California Central Valley, infatti, la domanda di insetti impollinatori è in forte crescita, dato che da quest’area proviene un quarto di tutta produzione agricola degli Stati Uniti.
Al suo ritorno, pochi giorni dopo, i ladri gli avevano portato via 92 alveari. Il costo della sua perdita si aggira intorno ai 44 mila dollari. Per chiarire questa somma, si pensi che in Italia, dove il costo della vita è decisamente minore, un’arnia costa intorno ai 300 euro, senza contare i costi di manutenzione e le tasse.
Una sorte peggiore è toccata a Lloyd Cunniff, la cui famiglia alleva api da tre generazioni. Cunniff ha subito il furto di 488 alveari. Questo triste evento ha significato per Cunniff la perdita di 100 mila dollari e, cosa più importante, l’unica sua fonte di sostentamento.
L’importanza delle api
L’importanza delle api per il ciclo della vita sulla Terra non è più un mistero. Questi piccoli ma laboriosi animali infatti consentono ai fiori e alle piante di riprodursi e moltiplicarsi. È stato stimato che gli insetti impollinatori favoriscono l’esistenza dell’80% della vegetazione mondiale e del 94% di quella nelle zone tropicali.
La vegetazione è ovviamente importante per mantenere inalterati gli habitat e, quindi, per la salute degli ecosistemi. Le api, però, svolgono una azione diretta anche sulla riproduzione di alcune piante da frutto.
Leggi anche: “Che cos’è un ecosistema e perché è importante”
Nel Nord America le api consentono la produzione del 90% dei prodotti agricoli in commercio. In Europa circa l’84% delle colture alimentari dipendono dall’impollinazione degli insetti pronubi. A livello globale le api contribuiscono al 35% della produzione alimentare.
Alcuni esempi di questi prodotti alimentari sono le mele, le mandorle, i mirtilli, le ciliegie, i ribes, le angurie, i broccoli, le zucche, i meloni, gli asparagi, i cetrioli. Oltre che, ovviamente, il miele.
Più mandorle, meno api
In particolare, negli Stati Uniti si è assistito a un aumento esponenziale nel consumo delle mandorle. Forse è la conseguenza di una maggiore sensibilità delle persone verso un’alimentazione più sana e sostenibile. Più probabilmente è una moda lanciata dalle influencer e che ha portato all’acquisto spasmodico di questo prodotto.
Sta di fatto che, qualunque sia la causa, l’industria delle mandorle ha raddoppiato le sue dimensioni negli ultimi due decenni. Ecco allora perché questo aumento della richiesta e, quindi del valore delle api. Specialmente di quelle da allevamento, che si trovano in quantità maggiori e sono più facilmente reperibili.
Un calo preoccupante
Ma il valore di questi animali non è solo dovuto a un aumento della loro richiesta, bensì alla loro sempre maggiore rarità. Gli apicoltori perdono infatti in media il 40% delle api ogni inverno, a causa delle siccità che inibiscono la produzione del nettare, la cementificazione, i pesticidi tossici.
Negli Stati Uniti il costo di un alveare è passato da soli 35 dollari a più di 200 in pochi anni, e continua a salire. L’impollinazione è quindi diventata un grande affare, causando furti e commercio nero di api.
Si pensa anche che, vista l’abilità che richiede un furto di questo tipo, siano più che altro bande e grandi organizzazioni criminali le autrici dei misfatti. Come ha affermato Charley Nye, ricercatrice di apicoltori dell’Università della California, “Le persone normali non possono rubare 500 arnie con un carrello elevatore e un camion”.
Leggi anche: “Parlamento Europeo per l’ambiente: voto a favore delle api”
Un problema anche italiano
Anche in Italia il problema è sempre maggiore. Secondo la Fai-Federazione Apicoltori Italiani, la frequenza dei furti di interi apiari lascia presupporre l’esistenza di un mercato “giallo-nero”. “Un fenomeno che sa di criminalità organizzata – sottolinea il presidente degli Apicoltori Italiani Raffaele Cirone – e che deve essere contrastato con idonei strumenti.
Oltre a quelli più classici come antifurti e polizze assicurative, videosorveglianza, l’Italia sta sviluppando altre nuove tecnologie. Operatori come Arniasat, Safebee, Spyproject, 3bee hive-tech, tra gli altri, offrono dispositivi satellitari di ultima generazione e che permettono di “seguire” le arnie in caso di furto.