Li vedi e te ne innamori. Quel vestito blu scuro completamente coperto di paillettes, che forse potresti abbinare a quelle décolleté comprate il mese scorso per sfizio e mai indossate. Oppure quel completo nero pece, che con una cravatta rossa ti farà fare un figurone alla festa dell’ultimo dell’anno.
Una storia lunga una notte
La maggior parte delle persone si ferma qui, all’amore a prima vista, alla bellezza esteriore, e ci si butta a capofitto. Non pensano che quest’acquisto impulsivo e non necessario potrebbe durare il tempo di una notte. Un’avventura legittima, quando si parla di relazioni. Ma qui è in gioco l’ambiente in cui viviamo, il nostro pianeta, la nostra casa.
Nel novembre di quest’anno l’organizzazione benefica Hubbub ha condotto un’indagine sugli acquisti di capi di vestiario durante le feste. Il risultato? Ogni inglese ogni anno spende in media 86 euro per abiti che indosserà al massimo tre volte nella sua vita. E non è tutto. Una persona intervistata su cinque ha dichiarato che solitamente il vestito che acquista per la festa di Natale o di Capodanno lo indossa soltanto una volta.

Un costo ambientale e umano
Questo dovrebbe farci riflettere, sopratutto per il costo ambientale e umano della produzione di quei capi, specialmente quelli a basso costo. Se infatti il prezzo è basso, un motivo ci sarà. Innanzi tutto spesso le grandi catene di fast fashion creano i loro vestiti sfruttando personale sottopagato in zone remote del mondo.
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Inoltre i materiali sono molto scadenti. Come ha dichiarato Hubbub, solo il 24% degli intervistati sapeva che la maggior parte degli abiti da festa contiene plastica. L’associazione ha infatti analizzato 169 abiti da festa provenienti da 17 diversi negozi online, ma anche di alta moda e di design, e ha scoperto che il 94% è parzialmente o totalmente realizzato con tessuti derivati dalla plastica. Le conseguenze del lavaggio dei capi in plastica con il rilascio di microplastiche negli oceani, ma anche la loro stessa produzione derivante dal mercato del petrolio sono fatti tristi e noti.
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Un’altra conseguenza dell’acquisto compulsivo di abiti, sopratutto quando la loro vita è breve è lo smaltimento. Come si apprende dal bellissimo documentario The True Cost, I tessuti infatti non si decompongono se non dopo oltre 200 anni, rilasciando nell’aria gas dannosi per noi e per l’ambiente. Anche la cosiddetta beneficenza è sopravvalutata, in quanto questi stessi vestiti, usati e sgualciti, vengono rimandati alle persone che li hanno creati. Un controsenso che origina da un circolo decisamente non virtuoso.
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Quali sono, allora, le soluzioni per essere eleganti e presentabili durante le feste? In primo luogo ci si può divertire a spulciare nei negozi di seconda mano e vintage. Spesso infatti raccolgono vestiti da persone che hanno gettato i capi dopo, appunto, un solo utilizzo e sono ancora come nuovi. Il prezzo, poi, è decisamente conveniente.
Oppure possiamo scambiarci i vestiti con gli amici. In questo modo saremo più sicuri della loro provenienza e non spenderemo nemmeno un euro (se gli amici si possono considerare tali).
Recentemente poi stanno spopolando i negozi e i siti sui quali è possibile affittare i vestiti, anche di alta moda, come Drexcode o DressYouCan a Milano. In questo modo potrai sfoggiare un abito mozzafiato, di qualità, e spendere, anche qui, relativamente poco. Spesso, poi, durante il processo di affitto si viene seguiti da una persona competente, che ti consiglierà anche gli accessori migliori. Molto meglio che vagare da sola per negozi di bassa qualità e con capi tutti uguali accontentandosi del proprio opinabile gusto.

Infine, perché no, potete guardare bene all’interno del vostro guardaroba. Chissà che ritroviate quell’abito comprato due anni fa, messo solo una volta, ma che in fondo aveva molte qualità. Anche quello era stato amore a prima vista. Anche quello, un giorno, vi aveva fatto battere il cuore. E poi si sa, certi amori non finiscono, fanno dei giri di guardaroba immensi e poi, perché no, facciamoli tornare.