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UE stanzia mille miliardi per un’Europa carbon-free

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Durante una delle manifestazioni di Fridays For Future, una ragazza mostrava un cartello con scritto: “Dove metterai i tuoi soldi quando la tua banca sarà sott’acqua?” Dietro questo slogan d’impatto vi è un fondo, anzi un oceano di verità che l’Unione Europea non vuole più ignorare. Quindi, invece di lasciare i soldi bloccate nelle banche, che presto potranno essere vittima delle catastrofi naturali, decide di tentare il tutto per tutto e investirne una buona parte, (100 mila miliardi di euro), nella transizione sostenibile dell’Europa.

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Europa primo continente carbon neutral

La decisione è stata annunciata il 14 gennaio dalla Commissione Europea, la cui presidente Ursula von der Leyen aveva promesso che avrebbe guidato l’Europa verso un “Green New Deal“. Questo piano ha l’obiettivo di ridurre le emissioni del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, e di azzerarle entro il 2050. Questo renderebbe l’Europa il primo continente al mondo con un’economia totalmente carbon neutral.

I 100 mila miliardi di euro però non arriveranno solamente dalle casse dell’Unione. Dal bilancio UE ne sarà presa solo la metà, che ammonta a 503 miliardi, da usare tra il 2021 e il 2027.

Un contributo importante verrà dai governi nazionali, ognuno dei quali metterà a disposizione 104 miliardi di euro.

Altri 279 miliardi arriveranno dal programma InvestEU, il cui scopo è quello di garantire un appoggio economico a chiunque voglia intraprendere iniziative sostenibili. In questo modo la Banca Europea per gli Investimenti, così come altri investitori privati, saranno più portarti a impegnare i loro soldi per iniziative green, che invece prima costituivano un alto fattore di rischio. Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha fieramente affermato che “quando si fanno investimenti occorre pensare verde”. :

Infine, 50 miliardi derivano dai fondi per l’innovazione e la modernizzazione, che sono finanziati con una parte dei proventi del sistema di scambio delle emissioni.

Il Green New Deal spiegato in un’immagine
@Commissione Europea

Un occhio di riguardo ai lavoratori

Una tale transizione, però, non può avvenire senza un occhio di riguardo verso i lavoratori. Le aziende che basano il loro funzionamento sul carbon fossile dovranno infatti apportare radicali cambiamenti, investendo molti soldi nella ricerca e nelle nuove tecnologie. Questi soldi spesso vengono tolti dalla busta paga dei dipendenti, che nei casi più estremi potranno anche perdere il lavoro.

Per supportare le aziende e i loro dipendenti in questa fase, quindi, l’Unione Europea ha stanziato 100 miliardi di euro dal 2021 al 2027, da destinare sia agli stati che ai privati. In dieci anni, si spera che possano ammontare a 147 miliardi. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha dichiarato che “Al centro del green deal europeo, che racchiude la nostra visione per un’Europa climate neutral entro il 2050, ci sono le persone. La trasformazione che ci si prospetta è senza precedenti e avrà successo solo se è giusta e va a beneficio di tutti”.

La Polonia e le nazioni carbonifere

Questo problema riguarderà in modo particolare nazioni che, come la Polonia, basano la loro economia interamente sui combustibili fossili. “Vogliamo consentire alle regioni carbonifere di abbracciare senza esitazione il Green Deal europeo”, ha affermato un alto funzionario della Commissione. “I lavoratori che perdono il lavoro dovrebbero essere aiutati per la riqualificazione. Ci sarà supporto per nuove infrastrutture, assistenza per la ricerca di lavoro, investimenti in nuove attività produttive. E anche le regioni in cui cesseranno le attività esistenti dovranno essere rigenerate” ha aggiunto.

La Polonia riceverà infatti ben 2 miliardi di euro dei 7,5 previsti dal Fondo per la Transizione Giusta. Secondo l’Ansa, entrata in possesso delle tabelle che sono state inviate agli ambasciatori, l’Italia riceverà 360 milioni di euro, ma dovrà versarne circa 900 per alimentare il fondo stesso.

Il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte si è complimentato con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e assicurandole che “l’Italia coglierà questa storica opportunità di crescita e lavoro, soprattutto per i giovani“.

Anche Paolo Gentiloni, attuale commissario all’Economia, ha dichiarato che l’Italia utilizzerà queste risorse per lo stabilimento dell‘ex Ilva di Taranto. Il commissario ha fatto presente come la Puglia e in particolare la zona di Taranto sia un’area in cui è necessaria la transizione verso l’utilizzo di energie carbon-free. Il che non vuol dire naturalmente che i problemi dell’Ilva saranno risolti dal Just Transition Fund, ma può essere sicuramente un grande aiuto.

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Per aiutare le piccole realtà nella transizione, entrano ancora in gioco l’InvestEU e la Banca Europea per gli Investimenti, che puntano a mobilitare rispettivamente 45 miliardi e 25-30 miliardi di capitali privati. Un’altra quota andrà poi a Stati e regioni con l’obiettivo di migliorare i trasporti, le infrastrutture, il sistema energetico, le reti digitali e così via.

Non è mai abbastanza

Questi soldi, per quanto sembrino una grande quantità, non bastano per raggiungere gli attuali obiettivi per il 2030 in materia di clima ed energia. Saranno infatti necessari investimenti aggiuntivi pari a 260 miliardi di euro l’anno fino a quella data.

Paolo Gentiloni ha mostrato di essere consapevole dei rischi che questi investimenti possano portare e infondendo la speranza che si possano tenere sotto controllo. “Vedremo il dibattito dopo la comunicazione su come trattare gli investimenti sostenibili all’interno delle regole di bilancio Ue, preservando naturalmente le salvaguardie contro i rischi per la sostenibilità del debito”.

Anche dal punto di vista legislativo non sarà una passeggiata. “Il Green Deal è la scommessa di un nuovo modello di sviluppo europeo. Per realizzarlo ci saranno 50 provvedimenti legislativi nei prossimi due anni. Il primo verrà presentato oggi, molto importante, e riguarda il Fondo di transizione giusta, che ha l’obiettivo di accompagnare la trasformazione, aumentare i posti di lavoro e non chiudere le aziende”, ha commentato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

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di Iris Andreoni
Gen 23, 2020
Nata a Milano nel 1991 ma bergamasca di adozione, è tornata nella sua città natale per conseguire la laurea specialistica in Lettere Moderne, un corso di studi che ha cambiato la sua vita e il suo punto di vista sul mondo. Ha infatti imparato ad approfondire e affrontare criticamente argomenti di varia natura e dare in questo modo priorità a ciò che nella vita è davvero importante. Il rispetto per l’ambiente è una di queste cose e, grazie ad alcuni libri e documentari, ma anche dopo due viaggi in Asia, Iris si interessa in modo particolare a questo ambito. Durante l’università scrive recensioni e interviste sul blog letterario Viaggio nello Scriptorium e, terminati gli studi, si appassiona al mondo del giornalismo, decidendo di sfruttare il grande potere della scrittura per comunicare al mondo i suoi interessi e le notizie più importanti. Collabora come redattrice con il giornale Bergamo Post e ha poi l’onore di frequentare il Corso di Giornalismo Ambientale Laura Conti organizzato da Legambiente. Qui conosce altri aspiranti giornalisti e insieme decidono di dare il loro contributo per informare l’Italia riguardo all’emergenza ambientale cui stiamo assistendo e di cui non molti sembrano essersi accorti. Per l’Ecopost Iris si occupa della redazione di contenuti e comunicazione sui Social Media.

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