L’Australia sta bruciando ormai da diversi giorni. Le regioni del Queensland e del New South Wales, quelle dell’area di Sidney e Brisbane, stanno assistendo inermi agli incendi più catastrofici della loro storia. I morti sono già 4, centinaia le case distrutte e pare che sia solo l’inizio. Le fiamme al momento non sono contenibili da un intervento umano e i danni saranno incalcolabili.

“Sembra un’enorme palla di fuoco. Le fiamme più grandi che io abbia mai visto”
A pronunciare queste parole è stato Kieron Gatehouse, un giovane pompiere del villaggio di Marlee nel New South Wales: “Di solito da quella parte puoi scorgere una grande montagna. Ora è invisibile per via del fumo, ma l’altra notte le fiamme si alzavano fino a 60-70 metri sopra la sua cima”.
Una versione sottoscritta anche dal Capitano del Rural Fire Service della regione Mick Munns: “Si tratta sicuramente del peggiore incendio che mi si sia mai parato di fronte in 20 anni di lavoro. Siamo esausti. La stagione degli incendi in Australia è iniziata già da qualche tempo e i miei uomini sono già stanchissimi”. Il Premier della regione ha dichiarato lo stato di emergenza. Sono arrivati rinforzi da Canberra, Adelaide, Obart e Port Macquarie. Anche l’esercito è stato chiamato ad intervenire ma la situazione stenta a migliorare.
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L’impotenza dell’Australia di fronte agli incendi
I pompieri hanno invitato i cittadini residenti nelle zone limitrofe agli incendi ad abbandonare le proprie case con un messaggio che non necessita di ulteriori spiegazioni: “Non ci sono abbastanza camion per ogni casa. Se chiamate per chiedere aiuto non aspettatevi che arrivi il camion. Non aspettatevi che qualcuno bussi alla porta. Non aspettatevi una chiamata. La vostra opzione più sicura è quella di lasciare in anticipo l’abitazione”. Parole che hanno il sapore dell’impotenza dell’uomo di fronte alle conseguenze più nefaste dei cambiamenti climatici.
L’Australia sarà infatti una delle zone del mondo in cui sarà più difficile vivere. E gli incendi che la stanno devastando non sono altro che un’anticipazione di ciò che potrebbe diventare la normalità. Il paese stava affrontando già dalla scorsa estate un periodo di siccità record che ha rinsecchito la vegetazione facendola diventare terreno fertile per eventi di questo tipo. La scarsa umidità, i 37 C° e le raffiche di vento che hanno toccato i 90 km/h hanno fatto il resto. Gli incendi al momento attivi nelle regioni del New South Wales e del Queensland sono più di 60. Gli ettari a fuoco più di 1 milione.
Le immagini apocalittiche degli incendi in Australia
Le immagini che giungono dal web sono molto simili a quelle che si potrebbero vedere in un film “fantascientifico” sull’apocalisse. Il colore del cielo oscilla tra il rosso fuoco, per via delle fiamme, ed il nero, per via del fumo e della polvere. Ma in uno scenario di questo tipo c’è ancora chi pensa – o finge di farlo solo per difendere i propri errori passati e i propri interessi presenti/futuri – che i cambiamenti climatici non abbiano nulla a che fare con tutto ciò.
In Australia si è insediato al governo, a partire dal 24 agosto 2018, Scott Morrison, leader del partito Liberale. Morrison, tanto per cambiare, non è noto al pubblico per le sua idee filoambientaliste. Sotto il suo governo è infatti stato dato il via libera per lo sfruttamento a tappeto di tutte le miniere di carbone del paese. Circa 3 anni fa il neo Primo Ministro australiano aveva portato in Parlamento proprio un pezzetto di carbone dicendo ai suoi colleghi di non esserne spaventati. Uno dei suoi più fidati consiglieri, McCormack, ha dichiarato, in piena emergenza incendi, che gli ambientalisti “hanno peggiorato la situazione di proposito” mettendo i bastoni tra le ruote alle operazioni di spegnimento degli incendi. John Barilaro, governatore della regione di Sidney, ha dichiarato in Senato, durante un dibattito sul tema, che parlare di cambiamento climatico “è una disgrazia”.
Gli interessi privati che si celano dietro tali prese di posizione sono abbastanza chiari in un paese dove il settore estrattivo è uno di quelli più redditizi, specialmente per quanto riguarda carbone, gas e uranio.
Indovinate chi l’aveva previsto?
Di fronte ad affermazioni di tale assurdità l’opposizione non ha esitato a rispondere confermando più volte l’esistenza della connessione tra gli incendi e i cambiamenti climatici. L’Australia ha da sempre una “stagione degli incendi” ma sono stati innumerevoli gli esperti ad aver affermato che quest’anno sono iniziati molto prima e che la quantità e l’intensità delle fiamme saranno sicuramente maggiori rispetto al passato. Indovinate un po’ chi aveva previsto tutto questo? Gli scienziati del clima. Ebbene sì. Anche questa volta ci hanno preso. Che novità!
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In un articolo del Guardian Tom Beer, che ha lavorato più di 40 anni per il CSIRO – Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation – ha raccontato di come gli sia stata commissionata una ricerca sugli effetti che i cambiamenti climatici avrebbero avuto proprio sulla stagione degli incendi in Australia. I risultati e le previsioni che ne scaturirono erano ovviamente azzeccatissime. Noi continuiamo a ripeterlo e non ci stancheremo di farlo. Tutto quello a cui stiamo assistendo è stato ampiamente previsto da quasi 30 anni. Italia e Australia sono due facce della stessa medaglia, quella dei cambiamenti climatici. Per fortuna, le persone se ne stanno accorgendo. Chissà se lo faranno in tempo anche i politici e l’economia.