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“Non c’è più tempo”: cosa fare davvero per salvare l’umanità

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Qualunque argomento, quando diventa un fenomeno mediatico, rischia di perdere spessore. È il prezzo da pagare per la sua diffusione tra le masse, le quali tollerano poco gli approfondimenti. Nel libro Non c’è più tempo, però, il climatologo e docente di sostenibilità ambientale all’Università di Torino Luca Mercalli riesce a riportare alla realtà l’argomento del vivere sostenibile. Troppo spesso infatti viene ridotto a piccole pratiche tanto buone quanto insufficienti quali il comprare una lampadina LED o gettare la bottiglia di plastica nel contenitore giusto.

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Cosa fare?

Luca Mercalli inizia il libro elencando lo stile di vita e le pratiche da seguire se vogliamo davvero cambiare il mondo. L’elenco è scorrevole, interessante e arriva subito al punto. E il punto è cambiare radicalmente le nostre abitudini. Non solo quelle piccole, che ormai si conoscono, ma anche quelle più importanti e che davvero possono bloccare il riscaldamento globale. Alcuni esempi: non prendere aerei e preferire viaggi in località vicine, recarsi al lavoro/riunioni il meno possibile prediligendo il telelavoro (capi permettendo). Infine, mantenere il ricambio generazionale pari o sotto la soglia 1:1, che nei fatti significa non avere più di due figli per coppia. Non sono certo i consigli a cui siamo abituati, ma sono sicuramente i più necessari.

Stile di vita sostenibile

L’autore illustra anche il suo personale stile di vita, fatto di macchina elettrica, pannelli fotovoltaici, abiti riciclati e una generale sobrietà. Il suo obiettivo non è di farne un vanto, bensì di dimostrare che una vita sostenibile è possibile. Ci dà quindi consigli molto pratici e molto utili sulla coltivazione dell’orto, (qui un articolo sull’orto digitale) sui prezzi dei pannelli solari e sul modo in cui gestirli, su come risparmiare l’acqua, su come riutilizzare o riparare oggetti danneggiati. Non mancano certo i consigli a livello politico e gestionale, alcuni dei quali, a dirla tutta, sembrano molto semplici e fattibili. Ad esempio, introdurre l’ora di educazione ambientale in tutte le scuole o introdurre l’obbligo, per chiunque abbia un giardino, di compostare l’organico individualmente.

L’importanza di prevenire

E’ anche importante da parte dei governi e dei singoli prendere misure di sicurezza per alluvioni e disastri ambientali. Nella seconda parte del libro, infatti, Luca Mercalli si concentra sulla resilienza, ovvero sulla nostra capacità di affrontare i cambiamenti climatici in un futuro ormai molto prossimo. Anzi, stiamo già assistendo a pericolosi cambiamenti, anche sul suolo italico. Per questo l’autore incentiva chi vive in luoghi più a rischio di alluvioni ad essere sempre pronti, con una torcia nel comodino e uno zaino pronto con biancheria e alimenti a lunga conservazione. Troppe persone e sempre più spesso muoiono a causa dell’impreparazione o semplicemente non sapendo le regole di base da seguire durante un’alluvione. Una di queste è non entrare mai in un sottopassaggio con la macchina quando l‘acqua a terra è piuttosto alta.

Non mollate il colpo

Dal momento che il libro è una raccolta di decine di articoli pubblicati negli anni dall’autore, non mancano ripetizioni e informazioni sì interessanti, ma alla lunga un po’ fine a se stesse. Per questo inviterei i lettori, una volta finita la parte quarta, a passare direttamente alla sesta. Nella quinta, infatti, si rischia di mollare il colpo, visto il calo di consigli davvero utili che abbiamo visto all’inizio e l’elenco di dati riguardo, per esempio, le alluvioni avvenute in Italia dagli anni sessanta ad oggi. Nell’ultima parte, invece, l’autore guarda ai problemi mondiali, certamente più grandi di noi ma che è sicuramente bene conoscere. Alcuni esempi sono il problema dei migranti climatici, le conferenze mondiali sul clima e l’impegno da parte delle diverse Nazioni. Mercalli ipotizza anche cosa succederebbe se Trump volesse uscire dall’accordo di Parigi, cosa che poi è effettivamente successa.

Insomma, in “Non c’è più tempo” è lasciato poco spazio alla teoria e molto alla concretezza, della quale vi è un estremo bisogno in un mondo in cui i social media stanno prendendo il controllo dell’informazione, che diventa così superficiale e lontano dalla verità dei fatti.

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di Iris Andreoni
Apr 7, 2019
Nata a Milano nel 1991 ma bergamasca di adozione, è tornata nella sua città natale per conseguire la laurea specialistica in Lettere Moderne, un corso di studi che ha cambiato la sua vita e il suo punto di vista sul mondo. Ha infatti imparato ad approfondire e affrontare criticamente argomenti di varia natura e dare in questo modo priorità a ciò che nella vita è davvero importante. Il rispetto per l’ambiente è una di queste cose e, grazie ad alcuni libri e documentari, ma anche dopo due viaggi in Asia, Iris si interessa in modo particolare a questo ambito. Durante l’università scrive recensioni e interviste sul blog letterario Viaggio nello Scriptorium e, terminati gli studi, si appassiona al mondo del giornalismo, decidendo di sfruttare il grande potere della scrittura per comunicare al mondo i suoi interessi e le notizie più importanti. Collabora come redattrice con il giornale Bergamo Post e ha poi l’onore di frequentare il Corso di Giornalismo Ambientale Laura Conti organizzato da Legambiente. Qui conosce altri aspiranti giornalisti e insieme decidono di dare il loro contributo per informare l’Italia riguardo all’emergenza ambientale cui stiamo assistendo e di cui non molti sembrano essersi accorti. Per l’Ecopost Iris si occupa della redazione di contenuti e comunicazione sui Social Media.

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