Effetto serra effetto guerra è libro efficace e ordinato, proprio come il titolo. C’era da aspettarselo dall’unione di un diplomatico, Grammenos Mastrojeni e un climatologo, Antonello Pasini che insieme lo hanno scritto. Pensandoci bene, non è un connubio usuale, ma con lo snocciolarsi dei capitoli, il mistero viene svelato.
“Effetto serra effetto guerra”: una piramide di informazioni
Il libro inizia prendendo molto alla larga il problema del riscaldamento globale. Poi, però, entra nello specifico illustrando le sue conseguenze dirette e indirette sull’umanità e in particolare sui Paesi in via di sviluppo. Per finire, assistiamo a un’interessante quanto illuminante riflessione sull’Italia, uno dei Paesi occidentali più interessati dalle migrazioni climatiche.
Inizialmente, quindi, può sembrare un libro teorico che, per quanto utile e spesso avvincente, con dati strabilianti e preoccupanti, può essere di difficile lettura. Esorto però a perseverare in quanto gli autori daranno esempi pratici e, soprattutto soluzioni, non tanto per mitigare il riscaldamento globale (per quello vi sono altri libri più specifici), quanto per resistere alle sue conseguenze potenzialmente catastrofiche.
Il ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale non è una sciagura, anzi è una buona notizia! Infatti, se il riscaldamento fosse avvenuto per cause naturali non potremmo far altro che difenderci dalle sue conseguenze più negative. Ma poiché siamo stati noi a produrlo, possiamo fare qualcosa per modificarne le cause ed evitare così gli impatti futuri più devastanti.
Fenomeni da conoscere
Resta il fatto che Effetto serra effetto guerra parla di grandi fenomeni, molto più grandi di noi di fronte ai quali il rischio è di sentirsi impotenti. L’estinzione degli ecosistemi marini e terrestri, lo scioglimento dei ghiacciai che causano la perdita delle riserve di acqua e la deforestazione in America Latina.
Soprattutto, però, la siccità in Africa. Questa causa lo spostamento delle persone dalle campagne alle città, le quali, con il sovraffollamento e la corruzione politica, non riescono a gestire il flusso. La conseguenza sono i disordini sociali e, quindi, le guerre. Tutti fenomeni di grande importanza su cui proprio per questo è bene informasi.
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Cosa possiamo fare noi?
Verso la fine di Effetto serra effetto guerra si torna coi piedi un po’ più per terra e proprio sul suolo italico. Adesso sì che gli autori si appellano a noi per fare qualcosa, per aprire gli occhi e agire grazie al nostro diritto di voto. Ma sono anche importanti scienziati e imprenditori, perché insieme sviluppino progetti per risanare i terreni in Africa. Fondamentali anche gli insegnanti perché rendano i giovani consapevoli del pericolo al quale stiamo andando incontro e quanto sia importante, a questo punto, la resilienza.
L’immigrazione può essere un’opportunità enorme, da cogliere e trasformare in qualcosa di positivo e di utile a tutti. Perché i muri non sono la soluzione, bensì solo il coperchio di una pentola a pressione che prima o dopo esploderà. E il risultato sarà molto peggiore della piccola criminalità e altri reali ma risolvibili problemi cui ora si collega l’immigrazione.
Se abbandoniamo i più poveri alle prese con il cambiamento climatico, non solo facciamo finta di non capire ciò che ci insegna la scienza moderna e la geopolitica, cioè che siamo tutti sulla stessa barca e che i problemi sono interconnessi, ma lasciamo anche crescere un bubbone di conflittualità che prima o poi raggiungerà pure noi.
Tutto ciò sembra teorico o idealista, ma i vantaggi e gli svantaggi dell’ immigrazione, sopratutto quella africana, sono stati indagati dagli autori nel modo più razionale possibile, contando i soldi spesi e quelli guadagnati, valutando le prospettive di sviluppo economico, quantificando i pro e i contro. Tutto questo perché, se non si riuscisse a fermare il riscaldamento, quantomeno possiamo sfruttarne in modo intelligente le conseguenze creando un virtuoso effetto serra-effetto pace.
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