Il Vaticano, ancora una volta, si è mostrato aperto alle questioni ambientali. E, ancora una volta, è stato Papa Francesco a fissare l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 della Città del Vaticano. Ha poi esortato tutte le nazioni a promulgare l’educazione ambientale integrale. Egli, sin dall’inizio dell’incarico, ha considerato la crisi climatica un problema etico e sociale, che quindi dovrebbe essere affrontato anche dalla Chiesa, la quale millanta da anni i suoi valori di carità e giustizia.
Un problema che però alcuni rappresentanti della Chiesa Cattolica, unitamente ai politici e, di conseguenza, anche gran parte della popolazione, considerano solo una fissazione di giovani esaltati dall’ormai passato mondo hippie. Per molte persone questa realtà era ed è caratterizzata soltanto da fiori tra i capelli, droghe e promiscuità sessuale. Ma, come anche negli anni ’60, non si tratta solo di questo. Le rivoluzioni del ’68, dopo le quali l’ambientalismo si è diffuso in tutto il mondo, hanno rappresentato una grande ribellione di massa contro un sistema basato su consumismo ed eccessiva moralità. Questa era infatti spesso fittizia, ma utile a coprire le sporcizie della società. Oggi, alla permanenza di queste distorsioni sociali dure a morire, si è aggiunta la concretezza dei cambiamenti climatici e le sue terribili conseguenze alle quali sono condannati molti esseri viventi, umani compresi.
Nonostante il 2050 sia ancora troppo lontano, la speranza è che l’appello di Papa Francesco, dopo l’Enciclica Laudato Sì del 2015 e altre importanti iniziative (per esempio The Economy of Francesco: online l’evento voluto dal Papa per un’economia sostenibile), riesca a trasmettere l’importanza e l’urgenza della crisi climatica al mondo intero.
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Le parole di Papa Francesco
L’attuale pandemia e il cambiamento climatico, che non hanno solo rilevanza ambientale, ma anche etica, sociale, economica e politica, incidono sopratutto sulla vita dei più poveri e fragili. Faccio appello alla nostra responsabilità di promuovere con un impegno collettivo e solidale una cultura della cura che metta al centro la dignità umana e il bene comune. Oltre ad adottare alcune misure che non possono più essere rimandate, è necessaria una strategia che riduca le emissioni nette a zero.
La Santa Sede si associa a questo obiettivo muovendosi su due piani. In primo luogo lo Stato della Città del Vaticano si impegna a ridurre a zero le emissioni nette entro il 2050. Secondo, la Santa Sede è impegnata a promuovere un’educazione all’ecologia integrale. Le misure politiche e tecniche devono essere combinate con un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e sostenibilità centrato sulla fraternità e l’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente.