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Mobilitazione contro la PAC: Timmermans si schiera con gli attivisti

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La riforma della politica agricola comune (PAC) ha generato molto malcontento e grande delusione per coloro che si aspettavano una vera svolta. Era infatti necessario un cambiamento che avrebbe indirizzato l’Europa verso un modello di economia più sostenibile. Persino le attuali negoziazioni sono viste con forte scetticismo. Forse, però, una speranza arriva dall’impegno del vicepresidente della commissione europea Frans Timmermans, fortemente critico nei confronti della riforma adottata.

Il 25 novembre, Greta Thunberg insieme ad altre attiviste di Fridays for Future – le belghe Adélaïde Charlier e Anuna De Wever e la tedesca Luisa Neubauer – hanno incontrato online Frans Timmermans per chiedere di ritirare l’attuale proposta della PAC definita “ecologicamente distruttiva” e “che mina gravemente gli obiettivi dell’accordo di Parigi e del Green Deal dell’Unione Europea (UE)”. Quasi 70.000 persone hanno già firmato la petizione della campagna #withdrawthecap.

A partire dal 10 novembre la riforma della PAC è entrata nella fase delle negoziazioni interistituzionali finali, il cosiddetto trilogo che vede coinvolti i Consiglio dei ministri Ue Agricoltura e pesca, il Parlamento europeo (PE) e la Commissione europea (CE) impegnata a definire una posizione unica sulla PAC per il periodo 2021-2027.

Leggi anche: “La (non) riforma della PAC: il fallimento è servito”

La PAC ammonta alla gigantesca cifra di 358 miliardi di euro, pari a 1/3 dell’intero budget dell’UE. Per la CE, essa rappresenta inoltre una delle politiche chiave per il Green Deal europeo. È stata infatti definita dalla CE come la svolta per la transizione verso ”sistemi produttivi sempre più sostenibili e redditizi”. Che sia un esemplare caso di greenwashing come affermano anche gli ambientalisti?

Le richieste di ritiro della PAC

Di tutt’altro avviso è infatti il fronte ambientalista, che invece ha criticato duramente la riforma della PAC. Questa, infatti, è ritenuta incompatibile con il Green Deal e le strategie associate Farm to Fork, di cui parliamo in questo nostro articolo, e Biodiversity.

Secondo i Verdi e le organizzazioni ambientaliste essa non presenterebbe “migliorie per la protezione dell’ambiente o per il clima” in quanto “ripropone un modello di agricoltura vecchio e non adatto a rispondere alle sfide che ci aspettano”.

Insomma, la delusione è tanta e si aggiunge a quella che aveva già spinto gli europarlamentari dei Verdi, gli attivisti del clima e le organizzazioni della società civile a chiedere alla CE di ritirare la politica agricola. Una mobilitazione, dunque, che non ha coinvolto soltanto i giovani attivisti di Fridays for Future. Il 24 ottobre, Bas Eickhout, insieme ad altri 40 membri del Parlamento europeo, sostenuti da oltre 3000 cittadini, ha inviato una lettera alla Presidente della Commission Ursula von der Leyen. Nella lettera le si chiede di ritirare la proposta della PAC. Questa riforma, infatti, non è più in linea con le priorità della Commissione in materia di clima e biodiversità.

Perché la PAC non è sostenibile

La stessa richiesta è stata avanzata da un gruppo di circa 27 organizzazioni ambientaliste e sanitarie. Queste hanno esortato l’esecutivo dell’UE a presentare una nuova proposta che sostenga realmente gli agricoltori nella transizione verso un’agricoltura sostenibile.

In un’altra lettera alla Presidente Ursula von der Leyen i firmatari accusano il PE e il Consiglio di aver adottato misure che “limitano le ambizioni in materia di clima, ambiente, benessere degli animali e salute pubblica”. Tutto questo permetterebbe o addirittura richiederebbe “agli Stati membri di destinare la maggior parte dei fondi al sovvenzionamento delle solite, o potenzialmente peggiori, pratiche industriali”.

“È improponibile sostenere una spesa di 387 miliardi di euro con il denaro dei contribuenti per peggiorare piuttosto che risolvere la crisi”, dicono alla Presidente e al Vicepresidente. L’architettura verde della PAC è stata “sostanzialmente indebolita”, si lamentano. Avvertono poi che non credono “che i negoziati del trilogo possano risolvere questa situazione”. “Il futuro dei nostri figli deve essere superiore a quello che è politicamente conveniente”, sostengono.

Tuttavia, nell’ultima corrispondenza con i Verdi Ursula von der Leyen ha escluso l’opzione di ritirare la riforma della PAC, convinta che le trattative del trilogo ”possano portare ad una nuova PAC adatta allo scopo”. “Stiamo facendo tutto il possibile per garantire che durante i negoziati del dialogo a tre la PAC sia in linea con il Green Deal”, ha aggiunto.

Timmermans PAC

La posizione di Timmermans

Di tutt’altro avviso è il vicepresidente Timmermans. Egli addirittura non aveva escluso un possibile ritiro e si era detto ”deluso” di come gli stati membri e gli eurodeputati hanno gestito la riforma della politica agricola. “Devo ammettere onestamente che sono molto deluso. Deluso che il Consiglio europeo e il parlamento europeo sono attaccati ad una politica agricola che non è sostenibile” ha detto Timmermans alla rete televisiva tedesca Tagesschau. ”Oggi il 20 per cento degli agricoltori ottiene l’80 per cento del budget europeo. Non possiamo andare avanti così”, ha aggiunto.

Per Timmermans, la PAC deve rispondere ad ”aspettative più alte” per le azioni per il clima, la protezione della biodiversità e la sostenibilità ambientale, garantendo un giusto reddito agli agricoltori. I giovani di Fridays for Future e le organizzazioni ambientaliste hanno dunque trovato un alleato nella battaglia contro la riforma della PAC. A seguito dell’incontro di ieri pomeriggio, Timmermans ha sottolineato come entrambe le parti ritengano la PAC di importanza cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Europa. E continua: “la Commissione lavorerà per una politica agricola in linea con le strategie Biodiversità e FarmToFork per contribuire a raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica”. Una partnership che lascia sperare.

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di Miriam Santoro
Nov 28, 2020
Nata nel 1998 in provincia di Frosinone, consegue la laurea in ”Comparative, European and International Legal Studies” presso l’Università di Trento a pieni voti. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale ”Law and Sustainable Development” con una specializzazione in diritto dell’ambiente presso l’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di scrittura, si avvicina al mondo del giornalismo grazie ad un tirocinio presso ”OBC Transeuropa” (un think tank che si occupa di sud-est Europa). Viene quindi selezionata per una campagna di sensibilizzazione promossa dall’UNDP, ”Young Environmental Journalist campaign -2020″ e frequenta il corso di giornalismo ambientale di inchiesta promosso dal ”Centro Documentazione Conflitti Ambientali” e dall’associazione ”A Sud”. Durante gli studi si appassiona alla tematica ambientale e diviene consapevole che la protezione dell’ambiente è l’ambito che più di tutti richiede il suo urgente, seppur piccolo, contributo. Crede nel diritto e nella corretta informazione, i suoi strumenti per poter fare la sua parte nella salvaguardia del pianeta e nello sviluppo di una società più sostenibile.

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