Oggigiorno il problema del surriscaldamento globale interessa vari ambiti della nostra vita quotidiana. Tra questi, purtroppo, rientra anche quello sportivo che, in teoria, dovrebbe portare soprattutto benefici al corpo umano.
Lo sport mainstream, per chi non lo sapesse, è causa di considerevoli quantità di emissioni inquinanti. Esse, per fare qualche esempio, derivano dalla benzina usata per i vari spostamenti delle squadre e dei tifosi durante le trasferte o per i materiali con cui sono costruiti gli impianti da allenamento e da gioco. Per fortuna, però, c’ è anche un’altra branca, quella dello sport popolare, che cerca di immettere la minor quntità di inquinamento possibile nell’atmosfera.
Sabato 23 marzo 2019 si terrà a Roma una manifestazione nazionale: “ Marcia per il clima e contro le grandi opere ed inutili”, con partenza fissata alle ore 14 presso la centralissima piazza della Repubblica. Per questa occasione alcune realtà dello sport popolare capitolino, ad esempio gli All Reds e l’Atletico San Lorenzo, hanno lanciato un vero e proprio appello per creare uno spezzone legato all’ambito dello sport popolare. Si vorrà fare capire che, oltre all’ambito militante, vi è anche un lato ecologista che rappresenta questo mondo sportivo che cerca di contrastare gli ideali legati al solo profitto e al dio denaro.
Di seguito, riportiamo il comunicato uscito pcohi giorni fa:
“Siamo alcune delle tante realtà che fanno sport popolare, che cercano di promuovere attraverso la pratica sportiva i valori delll’antifascismo, dell’antisessismo e dell’antirazzismo. Proponiamo dei modelli di autogestione in cui gli atleti, non solo praticano la disciplina sportiva, ma attraverso essa cercano di abbattere barriere di classe, di sesso, di razza, barriere culturali e sociali. Spesso ci riappropriamo di spazi abbandonati trasformandoli in spazi occupati, che diventano luoghi dove fare sport, cultura e aggregazione. Rivendichiamo una città con più spazi verdi e luoghi per la cultura. Siamo realtà sportive che tentano ogni giorno dal basso, di rivendicare il diritto allo sport per tutte e tutti, cercando di riempire un vuoto lasciato dalle istituzioni e dallo Stato. Lo sport è sempre più un diritto negato.
Già a scuola è un diritto che non è considerato fruibile a prescindere dalla condizione sociale di provenienza, ma un privilegio ad appannaggio delle classi più abbienti. Così, come in tutti gli altri ambiti della società, anche in quello sportivo il capitale e il profitto privato tentano di gestire le
nostre attività quotidiane: chi non si attiene a precise regole economiche e non produce capitale ha difficoltà ad accedere alle strutture sportive e a partecipare all’assegnazione di queste attraverso i bandi.
Lo sport è ormai speculazione, basti pensare ai grandi eventi sportivi, usati come pretesto per intervenire barbaramente sul territorio, senza un piano urbanistico sostenibile, rivelandosi spreco di soldi pubblici. Corruzione, saccheggio dei territori e speculazione edilizia la fanno da padroni sullo
sport, un diritto del popolo. Scenderemo in piazza a Roma il 23 marzo – insieme ai comitati, alle associazioni e ai movimenti – per fermare le grandi opere inutili e dannose, salvaguardare i territori dai cambiamenti climatici e dal saccheggio dell’uomo.
Diciamo no al sistema delle grandi opere inutili, che come per la questione ambientale, dimostra che il sistema capitalista non è sostenibile.
Non può esserci futuro se il benessere dell’uomo e le necessita collettive non vengono rimesse al centro del dibattito politico e delle rivendicazioni di tutte e tutti”.
Qui il link all’evento