I nostri partner - EERT

VISITA IL LORO SITO

Mascherine lavabili da acquistare o fai da te

Home » Vivere green » Mascherine lavabili da acquistare o fai da te
Tempo di lettura 4 minuti

Uno dei pregi delle mascherine lavabili, che siano comprate o fai da te, è la loro maggiore sostenibilità rispetto a quelle usa e getta. Abbiamo infatti già ampiamente parlato dei potenziali danni che le mascherine monouso possono causare: dalla contaminazione del luogo dove vengono gettate all’inquinamento delle falde acquifere. Se quindi tutti iniziassimo ad utilizzare le mascherine lavabili, questi danni sarebbero ridotti al minimo.

Sebbene in alcuni casi possa esserne sconsigliato utilizzo, con alcuni accorgimenti e un’attenta scelta in fase di acquisto, possiamo stare al riparo senza arrecare danno all’ambiente.

I diversi tipi di dispositivi di protezione individuale

Non bisogna però sopravvalutare i dispositivi di protezione individuali pensando che siano una soluzione definitiva a tutti i problemi. Le mascherine lavabili, infatti, hanno un potere protettivo molto inferiore rispetto a quelle chirurgiche. Queste ultime, infatti, bloccano fino al 95% dei virus in uscita e bloccano il 20%-30% delle particelle virali anche in fase inspiratoria, quindi sono minimamente protettive anche per chi le indossa.

Le FFP1 sono di livello ancora superiore e hanno un’efficacia protettiva complessiva dell’80%. Alcune sono dotate di valvole, le quali però favoriscono la fuoriuscita dei droplets (le goccioline più grandi) annullando, di fatto, la protezione verso le altre persone. Le FFP2 e FFP3, P2 e P3 sono riservate ai medici e richiedono precise disposizioni per indossarle e toglierle.

L’azienda americana Smart Air, che produce depuratori d’aria, ha svolto delle ricerche sul potere filtrante delle mascherine. Le FFP3 filtrano il 99% di particelle di 0,23 micron. Contando che il virus è 0,12 micron, ma viene quasi sempre veicolato da goccioline di maggior dimensione, la protezione è quasi assicurata. Le mascherine chirurgiche, invece, filtrano tra il 60 e l’80 percento di queste minuscole particelle.

Mascherine lavabili: possono essere utilizzate?

Le mascherine lavabili, invece, impediscono soltanto la fuoriuscita di droplets, ovvero goccioline di considerevole dimensione, da parte di chi le indossa. Svolgono quindi una funzione protettiva per le altre persone, più che per chi le porta. Questo anche perché le mascherine in tessuto sono solitamente poco aderenti al viso e il loro materiale è abbastanza leggero, così da permettere alla persona di respirare agevolmente. Molti, comunque, la considerano “meglio di niente”, tanto che in uno dei primi DPCM firmati dall’ex-premier Conte si legge che “potranno essere utilizzate mascherine monouso o mascherine lavabili anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità”.

Una presa di posizione poi rivista con l’arrivo della seconda ondata, durante la quale se n’è sconsigliato l’uso specialmente nei mezzi pubblici e nei posti chiusi. Tuttavia, oggi ne esistono ormai di tantissimi tipi, e scegliendo con cura la propria mascherina riutilizzabile, assicurandosi che abbia un sistema filtrante efficace e lavandola attentamente dopo ogni utilizzo, si può stare tranquilli. Come unico accorgimento, sebbene non faccia bene all’ambiente, basterà prediligere le classiche mascherina “usa e getta” solamente in situazioni particolarmente rischiose. In contesti con basso rischio di contagio, invece, la mascherina riutilizzabile va sicuramente privilegiata. Anche per motivi ambientali.

Inoltre gli studi condotti sulla sicurezza di questi dispositivi sono ormai tantissimi. Uno dei dati che che emerge dai test sulle mascherine lavabili è che i tessuti multistrato e di materiali diversi filtrano di più rispetto a quelli sottili e monostrato. Come conferma una ricerca pubblicata sulla rivista ACS Nano condotta dai ricercatori dell’Agronne National Laboratory e dell’Università di Chicago (Usa), una mascherina fatta di cotone e seta, cotone-chiffon o cotone-flanella filtra l’80% in più di particelle inferiori a 300 nm e il 90% quelle maggiori di 300 nm.

Il cotone è fra i materiali più utilizzati per le mascherine in tessuto e “offre prestazioni migliori a densità di tessitura più elevate, ovvero con un alto numero di fili”.

Alcune aziende da cui acquistare i dispositivi di protezione individuali lavabili

Nella maggior parte dei casi, le fibre naturali hanno prestazioni migliori di quelle sintetiche. Un esempio sono le mascherine di sWEEDreams, realizzate in tessuto Canapa 100% e prodotte artigianalmente in Abruzzo. Oppure l’azienda italiana Maeko che produce mascherine realizzate esclusivamente con fibre naturali.

In commercio si trovano anche delle mascherine in jeans, che secondo la ricerca di Smart Air hanno filtrato oltre il 90 per cento di particelle grandi e circa un terzo di particelle piccole. Un esempio sono quelle del brand bergamasco Dannyru Vintage, che sono realizzate con i ritagli dei jeans, seguendo la virtuosa idea del riciclo tipica del mondo Vintage. Sono igienizzabili e lavabili anche in lavatrice, sono regolabili sia sul naso che su collo e nuca.

mascherine lavabili

Vi sono poi le mascherine di Amica Farmacia, spedite in tutta italia entro 48 ore, che aderiscono molto bene al viso e sono lavabili fino a 40 volte. Una confezione da 5 mascherine costa 19,90 euro.

Reimiro è una startup italiana che produce mascherine lavabili realizzate con gli scarti di vari filatoi e maglierie venete. Costano 24 euro e il 30 per cento del ricavato viene devoluto al Policlinico di Milano per l’emergenza sanitaria.

Per chi tiene allo stile, Nietta è un’artigiana che ridà vita ai tessuti dimenticati, ma sopratutto può esaudire (quasi) ogni desiderio riguardo alla fantasia della mascherina. Accetta infatti ordini dalla sua pagina Instagram.

Inoltre sono ormai molto diffusi in diversi negozi dei tipi di mascherine FFP2 lavabili e riutilizzabili fino a 20 volte, ottime da un punto di vista ambientale e anche dell’efficacia.

Come fare mascherine lavabili fai da te

In questo campo dobbiamo lasciare la parola agli esperti, che siano artisti, artigiani o stilisti. Barbara Palombelli ha spiegato in televisione come realizzare in casa una mascherina con la carta da forno.

https://www.facebook.com/watch/?v=240379903658758

Si possono però realizzare anche con una semplice maglietta di cotone, come mostra questa ragazza su YouTube. Il video è in inglese, ma le immagini parlano chiaro.

Regole generali su come indossare le mascherine

Si possono trovare centinaia di video su come realizzare una mascherina fai da te dei materiali più svariati, dai sacchetti dell’aspirapolvere ai filtri del caffè americano. L’importante è che il tessuto sia traspirante, onde evitare malori, soprattutto durante il periodo estivo. Inoltre, la mascherina deve coprire totalmente il naso e la bocca, fino al mento. Importante è non toccarsi il viso con le mani e igienizzare queste ultime subito dopo essere rientrati in casa, o appena se ne ha la possibilità.

Bisogna lavare le mani prima e dopo aver indossato la mascherina, e questa non va mai toccata al centro, nella parte in tessuto, bensì va tenuta e indossata attraverso gli elastici. Dove la mascherina non arriva, poi, entra in gioco la distanza di sicurezza, che ormai abbiamo imparato a conoscere. Questi accorgimenti, se applicati diligentemente da tutti, possono realmente salvare delle vite, senza arrecare danni irreversibili all’ambiente.

Leggi il nostro articolo: “L’ambiente dopo il COVID: come ripartire?”

I nostri partner - VAIA

VISITA IL LORO SITO

di Iris Andreoni
Mag 22, 2020
Nata a Milano nel 1991 ma bergamasca di adozione, è tornata nella sua città natale per conseguire la laurea specialistica in Lettere Moderne, un corso di studi che ha cambiato la sua vita e il suo punto di vista sul mondo. Ha infatti imparato ad approfondire e affrontare criticamente argomenti di varia natura e dare in questo modo priorità a ciò che nella vita è davvero importante. Il rispetto per l’ambiente è una di queste cose e, grazie ad alcuni libri e documentari, ma anche dopo due viaggi in Asia, Iris si interessa in modo particolare a questo ambito. Durante l’università scrive recensioni e interviste sul blog letterario Viaggio nello Scriptorium e, terminati gli studi, si appassiona al mondo del giornalismo, decidendo di sfruttare il grande potere della scrittura per comunicare al mondo i suoi interessi e le notizie più importanti. Collabora come redattrice con il giornale Bergamo Post e ha poi l’onore di frequentare il Corso di Giornalismo Ambientale Laura Conti organizzato da Legambiente. Qui conosce altri aspiranti giornalisti e insieme decidono di dare il loro contributo per informare l’Italia riguardo all’emergenza ambientale cui stiamo assistendo e di cui non molti sembrano essersi accorti. Per l’Ecopost Iris si occupa della redazione di contenuti e comunicazione sui Social Media.

Leggi anche: