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David Attenborough: una vita sul nostro pianeta

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Con il suo nuovo documentario, David Attenborough ci lascia un vero e proprio testamento, fatto di esperienza e di visioni per il futuro. Ora più che mai, il nostro Pianeta sta accusando i continui soprusi da parte del genere umano, il quale sta raggiungendo il punto di non ritorno. Il documentario è un inno alla vita, al cambiamento ed alla presa di coscienza. La speranza per un futuro di riconnessione con la natura non è del tutto svanita. Basta attuare il cambiamento.

Una vita per il Pianeta

Sono David Attenborough e ho 93 anni. Ho vissuto vita incredibile, e solo ora apprezzo quanto lo sia stata.

David Attenborough nacque l’8 maggio 1926 a Londra, passando la sua giovinezza raccogliendo fossili, rocce ed altri campioni naturalistici. Tutto ciò avrebbe segnato la sua esistenza per sempre. Difatti, è considerato uno dei principali divulgatori naturalistici esistenti. Dal bianco e nero al 4k, i suoi documentari sono carichi di sapere e di speranza per il futuro.

David Attenborough da giovane, durante uno dei suoi programmi incentrati sulle meraviglie del pianeta.

La carriera di Attenborough inizia negli anni ’50; ha poco più di 20 anni e la passione per la natura, che lo porta a viaggiare e ad esplorare i luoghi più selvaggi del globo. Ha conosciuto in prima persona il mondo vivente, in tutte le sue forme e meraviglie, ed ora, ne denuncia con forza la sua rovina.

Cosa stiamo facendo al Pianeta

Negli ultimi 2000 anni sembriamo esserci svincolati dalle restrizioni che governano le attività e la diffusione degli altri animali. Abbiamo eliminato i nostri predatori, saputo tenere le malattie sotto controllo e nulla avrebbe potuto fermare tutto questo; se non noi stessi, continuando a consumare la Terra fino ad esaurirne le risorse.

Stiamo convertendo interi ecosistemi forestali in monocolture di palma da olio, creando degli habitat morti a confronto. Ovviamente c’è un doppio incentivo per abbattere le foreste: si trae vantaggio dal legname e dalla possibilità di coltivare le terre disboscate. Abbiamo abbattuto circa 3 trilioni di alberi in tutto il mondo e metà delle foreste pluviali globali è già stata bonificata.

Attraverso la pesca eccessiva, stiamo esaurendo gli hotspot di biodiversità marina. I problemi sono iniziati intorno agli anni ’50, quando i pescherecci hanno cominciato ad avventurarsi in acque internazionali, per raccogliere ciò che l’oceano offriva su scala globale. Abbiamo rimosso più del 90% dei grandi pesci di mare. Senza i predatori il ciclo dei nutrienti oceanici vacilla, poichè questi mantengono i nutrienti sulla superficie degli oceani e li riciclano, così che il plancton possa utilizzarli nuovamente.

Anche i fondali presentano chiari sintomi di malessere e le barriere coralline mondiali sono l’esempio calzante. Si stanno sbiancando ed il fenomeno prende il nome di “bleaching”, dovuto all’espulsione delle alghe simbionti da parte del corallo, il quale non può più nutrirsi e muore. Gli scienziati cominciarono a notare che presso i punti di sbiancamento l’oceano presentava temperature molto più elevate. Gli oceani stanno iniziando a rallentare il loro processo si sottrazione del calore e la temperatura del Pianeta finora è aumentata di 1°C.

Abbiamo sovrasfuttato il 30% degli stock ittici, portandoli a livelli critici. Abbattuto circa 15 miliardi di alberi all’anno, inquinato ed esaurito i giacimenti di fiumi e laghi; ridotto le popolazioni di acqua dolce dell’80%. Stiamo sostituendo il selvatico con l’addomesticato, il 70% della massa totale di uccelli al mondo è addomesticato. Il genere umano rappresenta più di 1/3 del peso dei mammiferi, il 60% è composto dagli animali che mangiamo, provenienti dagli allevamenti. Solo il 4% è costituito da mammiferi in libertà. Ciò fa riflettere.

Metà delle terre fertili del Pianeta è stato convertito in terreni agricoli. Questo ora è il nostro Pianeta, gestito dall’umanità per l’umanità.

Previsioni per il futuro

La scienza afferma che se non si cambierà la rotta attuale, le generazioni future assisteranno per i prossimi 100 anni a quanto segue.

Nel 2030 la foresta amazzonica, abbattuta fino ad impedirle di produrre abbastanza umidità, si trasformerà in una savana secca, portando ad una catastrofica perdita di specie e all’alterazione globale del ciclo dell’acqua. Nel mentre, l’Artide diventerà libero dai ghiacci in estate e, senza il bianco della calotta polare, verrà riflessa nello spazio una minore energia solare, che accellererà il riscaldamento del pianeta.

Leggi anche il nostro articolo:”Disastro ambientale in Russia: ecosistema marino a rischio”

Nel 2040 in tutto il nord i terreni ghiacciati si scioglieranno, rilasciando enormi quantità di metano, un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica. Nell’anno 2050, a causa dell’aumento di temperatura ed acidità, negli oceani moriranno le barriere coralline mondiali e le popolazioni di pesci crolleranno. Nel 2080 la produzione alimentare mondiale entrerà in crisi, a causa del deperimento del suolo, ormai sovrasfruttato. Gli insetti impollinatori scompariranno ed il clima diventerà sempre più imprevedibile.

Nel 2100 la temperatura del nostro Pianeta sarà aumentata di 4°C e ampie porzioni di territori saranno inabitabili e milioni di persone rimarranno senza una casa. Un sesto evento di estinzione di massa è attualmente in corso. Il nostro giardino dell’Eden andrà perduto per sempre.

Non è troppo tardi

Per ridare stabilità al Pianeta è necessario ripristinare la sua biodiversità, ovvero ciò che abbiamo e stiamo continuando a rimuovere per mantenere invariato il nostro stile di vita. Dobbiamo “rinaturalizzare” il mondo e, a detta di David Attenborough, è più semplice di quanto si pensi. Inoltre, i cambiamenti apportati nell’arco di un secolo gioveranno a noi ed alle generazioni future .

  • Riduzione della popolazione umana: quest’ultima è cresciuta esponenzialmente negli ultimi 100 anni e secondo le ultime stime nel 2100 la popolazione mondiale avrà raggiunto gli 11 miliardi. L’abolizione della povertà, accessibilità a cure mediche e il permettere alle donne in tutto il mondo di continuare a studiare il più a lungo possibile, rallenterà la crescita della popolazione globale, fino a farla stabilizzare.
  • Investire e puntare al 100% sulle energie rinnovabili: è necessario che si elimini per gradi l’utilizzo dei combustibili fossili, sostituendoli con le energie eterne della natura. Luce solare, vento, acque e fonti geotermiche. Entro 20 anni, si prevede che le rinnovabili diventeranno la principale fonte di energia.
  • Preservare gli oceani: il mondo vivente, uomo compreso, non può prosperare senza oceani sani. Questi ultimi sono essenziali per l’assorbimento della CO2. Inoltre, sono importanti come fonte di cibo; la pesca rappresenta il maggior raccolto selvatico e, se fatta con criterio, potrà portare vantaggi a tutti. Più gli oceani saranno sani, più pesci saranno disponibili. E’ necessario tutelare le popolazioni ittiche, permettendo loro di incrementare il proprio numero e di raggiungere la maturità sessuale.
  • Ridurre le aree coltivate: tutto sta nel cambiare la nostra alimentazione. Il pianeta non può sostenere miliardi di predatori, quali siamo noi, perchè non c’è abbastanza spazio. Se adottassimo tutti una dieta per lo più a base di piante, ci servirebbe solo la metà della terra che stiamo sfruttando al momento. Possiamo iniziare a produrre cibo in nuovi spazi, al chiuso, nelle città ed utilizzando meno acqua e pesticidi. Migliorando il nostro approccio all’agricoltura possiamo invertire il processo di sottrazione delle terre, che trova origine proprio in quest’ultima.
  • Ripristinare le foreste: queste rivestono un ruolo fondamentale nel recupero del Pianeta; difatti, anch’esse intrappolano enormi quantità di CO2 e sono centri di biodiversità. E’ necessario arrestare la deforestazione. Far si che i governi diano sussidi per riforestare ciò che si è perso. Ciò è essenziale per la nostra sopravvivenza, perchè le piante assorbirebbero circa i ⅔ della CO2 emessa fino ad ora.

Conclusioni

La natura è il nostro più grande alleato. In questo mondo, una specie può prosperare solo quando prospera anche tutto il resto attorno ad essa.

Se ci prendiamo cura della natura, la natura si prenderà cura di noi. E’ giunto il momento per la nostra specie di smettere di crescere a tutti i costi. Che inizi a condurre una vita in equilibrio con la natura. Dobbiamo riscoprire come essere sostenibili, come passare dall’essere estranei alla natura, all’essere di nuovo un tutt’uno con essa.

David Attenborough
Crediti: BBC

Qui non si tratta di salvare il Pianeta, ma noi stessi. Perchè la verità è che, con o senza l’uomo, la natura si rigenererà; lo fa da sempre.

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Chernobyl apre e chiude questo bellissimo documentario; facendo passare il chiaro messaggio di una natura resiliente, che è comunque in grado di superare gli errori umani, per quanto gravi possano essere. Siamo arrivati fin qui perchè siamo le creature più intelligenti che siano mai esistite e, soprattutto, siamo in grado di immaginare il futuro; ora più che mai abbiamo bisogno di immaginarlo diverso e basato su una profonda riconnessione dell’uomo al Mondo naturale.

Il documentario è disponibile su Netflix!

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di Beatrice Martini
Ott 16, 2020
Nata nel 1993 a Roma, laureanda in Scienze Biologiche. Grazie alla sua famiglia fin da piccola si appassiona alla natura e alla conservazione di quest’ultima decidendo di farne una missione nella vita. Questo la porta in giovane età ad affacciarsi al mondo della subacquea e della fotografia naturalistica, partecipando a corsi (Scuola di fotografia Emozioni Fotografiche) e workshop in tutta Italia, come il “Marine Wildlife 2018” con Canon presso Tethys Research Institute. Durante il liceo vince due premi letterari che la portano ad appassionarsi al giornalismo, specialmente quello ambientale. Affascinata dai lavori delle sue mentori, Ami Vitale e Cristina Mittermeier, punta a diventare anche lei una foto/videoreporter per la conservazione dell’ambiente. Crede fortemente nel potere della parola e delle immagini attraverso le quali spera, un giorno, di poter dare un contributo per la salvaguardia del Pianeta. Nel 2020, grazie a L’Ecopost, le viene data l’occasione di poter affacciarsi al giornalismo e alla denuncia ambientale.

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