Manca solo un giorno e le strade italiane, e non solo, si riempiranno nuovamente di milioni di giovani riuniti in un unico coro, quello della giustizia climatica. Il terzo sciopero globale per il clima ha già visto più di 4 milioni di ragazzi sfilare per le vie di mezzo mondo e, domani, vuole chiudere in bellezza. Insieme ai giovani italiani sciopereranno anche quelli di altri 27 paesi, che si aggiungono ai 123 della settimana scorsa.
La lista completa delle manifestazioni è disponibile sul sito di Fridays For Future. Solo in Italia ce ne saranno 166 e, come al solito, è prevista una grande partecipazione.
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Lo striscione al Colosseo
La Climate Action Week è iniziata già la scorsa settimana ed i giovani ragazzi di Fridays For Future Italia sono in grande fermento. A Roma gli attivisti hanno affisso uno striscione di fronte al Colosseo con lo slogan: “Our planet is burning. Future before profits”. Una richiesta più che lecita per un diritto al futuro che non può in alcun modo essere sacrificato per meri scopi economici. Senza considerare che questi saranno difficilmente perseguibili in un pianeta al collasso.
Fridays For Future Milano ha organizzato una conferenza per discutere dei cambiamenti climatici, dove hanno preso parola i più illustri personaggi del panorama scientifico italiano. Un’iniziativa avvallata anche dall’Università degli Studi di Milano che, insieme a tante altre istituzioni, si è apertamente schierata a favore degli scioperanti.
“Le scuole giustifichino chi prende parte al Terzo Sciopero Globale per il Clima”
Una delle più belle notizie di questa tornata di manifestazioni riguarda la decisa presa di posizione del nuovo Ministro dell’Istruzione Fioramonti. “In accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali, ho dato mandato di redigere una circolare che invitasse le scuole, pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico”.
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Una mossa tanto sorprendente quanto azzeccata da parte del neoministro, che dà seguito alla sua proposta di iniziare a tassare i voli aerei per poterne impiegare i ricavi in misure atte a fronteggiare il cambiamento climatico. Gli stessi Luigi di Maio, Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti, oltre al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, hanno speso parole di elogio per gli scioperanti durante il Climate Action Summit di New York. Anche nel nostro Paese almeno a parole, è iniziata una nuova stagione politica che pone come prioritaria la lotta ai cambiamenti climatici.
Le critiche verso il terzo sciopero globale per il clima
Come al solito non hanno tardato ad arrivare critiche da ogni dove, per lo più da parte di chi questa crisi climatica ha contribuito a crearla. “Saltare la scuola è un gesto irresponsabile”. “É solo una scusa per saltare un giorno di scuola”.
Queste sono alcune delle affermazioni più frequenti da parte di chi, evidentemente, non ha ben capito quale sia il significato di uno sciopero. La Treccani lo definisce così: “Astensione organizzata dal lavoro di un gruppo più o meno esteso di lavoratori dipendenti, appartenenti al settore pubblico o privato, per la tutela di comuni interessi e diritti di carattere politico o sindacale. Il diritto di sciopero è sancito dall’articolo 40 della Costituzione”.
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Ora, avere la presunzione di poter decidere soggettivamente la ragione per cui uno sciopero possa essere giustificato o meno è una mossa quanto meno azzardata. Soprattutto nel momento in cui questa posizione è pienamente condivisa non solo da milioni di giovani di tutto il mondo, ma anche dalla comunità scientifica e non solo. Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, ha più volte espresso la sua preoccupazione verso quella che potrebbe essere “la più grande crisi che l’umanità dovrà mai affrontare”. La lista di altri personaggi illustri che si sono schierati a favore degli scioperi sarebbe lunga chilometri e non è questo il momento di ricordarla. Basti dire che al suo interno ci sono personalità molto più autorevoli di chi, invece, preferisce fomentare odio pur di non ammettere di essersi sbagliato.
Domani si sciopera
Riassumendo si può tranquillamente affermare che le critiche mosse verso un movimento accusato di “voler solo saltare la scuola” sono un po’ campate per aria. Se chi critica si informasse a dovere ci penserebbe due volte prima di parlare. E magari riuscirebbe ad ammettere, con onestà intellettuale, che i ragazzi, troppo spesso etichettati come pigri od immaturi, hanno ragione. La scienza non è un’opinione, così come non lo sono i cambiamenti climatici. I giovani hanno tutto il diritto di difendere il proprio futuro. E continueranno a farlo. Noi, domani, “ci vediamo per strada”.