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Extinction Rebellion: al via le manifestazioni in tutto il mondo

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“I fratelli arrabbiati di Fridays For Future”. Così sono stati definiti da alcuni gli attivisti di Extinction Rebellion, un movimento ambientalista nato a Londra ormai quasi un anno fa. Dal 7 ottobre, ad oltranza per 2 settimane, gli attivisti di XR hanno iniziato delle azioni di protesta pacifica in tutte le più grandi città europee, e non solo. Marchio di fabbrica dell’organizzazione, oltre alla ormai celebre clessidra che sta ad indicare il poco tempo che abbiamo a disposizione per fermare la crisi climatica, è la natura non-violenta del movimento che, vista la portata delle azioni di disturbo da loro ideate, sfocia spesso in una serie di fermi ed arresti da parte delle polizie locali.

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I ribelli che sono disposti a farsi arrestare

Già nei mesi scorsi gli attivisti di Extinction Rebellion si erano fatti riconoscere per una serie di azioni di disturbo. Ad Aprile abbiamo infatti potuto assistete alla prima International Rebellion Week, da cui sono scaturiti gli arresti di più di 1.000 attivisti nella capitale inglese. Durante quei giorni a Londra i “ribelli” avevano immobilizzato diverse aree della città, tra cui diversi ponti del centro, generando non pochi intoppi alla viabilità cittadina. Le proteste che sono iniziate ieri, invece, hanno visto un numero decisamente più alto di partecipanti, soprattutto in altre capitali di tutto il mondo.

Berlino, Londra, Roma, Parigi e non solo

Una delle città che ha visto il più alto numero di manifestanti è Berlino. Sono infatti ben 5.000 i protestanti che hanno allestito un “climate camp” di fronte al Bundestag. Questo campeggio fungerà da base strategica per organizzare le iniziative. Nella giornata del 7 ottobre i manifestanti hanno bloccato per diverse ore Postdamer Platz, una delle piazze più centrali della capitale tedesca. Così come l’area della statua della Vittoria, da cui parte la strada principale che va fino alla porta di Brandeburgo e al Bundestag. Durante questo blocco ha preso parola al microfono anche Carola Rackete. Nel suo discorso l’ex-capitana della SeaWatch ha sottolineato l’elevato grado di connessione esistente tra la crisi climatica e quelle umanitarie.

Video del Guardian sulle proteste di ieri

A Londra, dove è attivo il gruppo XR più numeroso, il centro città è stato letteralmente bloccato per diverse ore. A Roma oggi inizierà uno sciopero della fame in Piazza della Madonna di Loreto, che da domani si sposterà a Montecitorio. Altre testimonianze di azioni pacifiche provengono da tutto il mondo: da New York a Melbourne, passando per il Messico, l’Argentina, il Canada e la Spagna. Extinction Rebellion si sta spargendo a macchia d’olio, proprio come Fridays For Future. La buona notizia, in questo senso, è che i due movimenti possono contare sul pieno supporto dell’altro. D’altronde, quando si parla di giustizia climatica, non esiste la parola rivalità ma solo un nemico comune da combattere.

Cosa vuole Extinction Rebellion

Le richieste di Extinction Rebellion sono poche e di una chiarezza cristallina. Ogni manifestazione che prende piede ha come scopo quello di far approvare dalle istituzioni un documento che dichiari l’emergenza climatica ed ecologica, al grido di “Tell the truth!”. Il testo del manifesto si articola in altri due punti principali: la riduzione a zero delle emissioni di gas serra entro il 2025 e la creazione di assemblee cittadine con potere deliberativo.

“Siamo tutti fatti di fuoco” – il video promo della ribellione

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Uno dei primi comuni ad aver approvato in toto il documento di Extinction Rebellion è stato il Comune di Bologna ma, solo in Italia, sono altre 54 le municipalità che hanno dichiarato lo stato di emergenza climatica, grazie anche alle pressioni delle delegazioni di Fridays For Future. La stessa cosa è accaduta anche in altre parti del mondo. Per raggiungere i propri scopi l’organizzazione si avvale di poche regole. Su tutte quella della disobbedienza civile non violenta, che si basa proprio sulla volontà di portare avanti azioni disturbanti che però non rechino danno a nessuno. Non è affatto raro che queste scaturiscano in una serie di arresti da parte della polizia locale.

I portavoce di Extinction Rebellion UK: “Vogliamo bloccare il parlamento”

Sebbene anche durante le passate azioni collettive XR abbia sempre ottenuto buoni risultati in termini di partecipazione, la portata che le proteste avranno durante questa tornata di manifestazioni potrebbe essere storica per il movimento. I coordinatori di XR UK hanno infatti dichiarato di avere arruolato 5 volte più attivisti rispetto alla Internation Rebellion Week di Aprile.

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Questa maggiore partecipazione permette ad Extinction Rebellion di intraprendere azioni di disturbo molto più ambiziose, come confermato dai suoi portavoce che hanno dichiarato il loro desiderio di bloccare l’intero centro città di Londra: Trafalgar Square, Horse Guards Parade, Mall, Victoria Street e i ponti di Westminister e Vauxhall sono obiettivi già dichiarati. Sebbene la durata delle proteste dovrebbe essere di 2 settimane, molti attivisti hanno dichiarato che non si fermeranno fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte.

La crescita di Extinction Rebellion

In meno di un anno la clessidra di Extinction Rebellion ha già fatto il giro del mondo e, insieme a Fridays For Future, sta mettendo le istituzioni di fronte alla proprie responsabilità. Se si pensa a quello che era il dibattito ambientalista e l’importanza che questo aveva in termini di rilevanza mediatica solo un anno fa e si paragona a ciò che è stato raggiunto oggi sembra di essere in una fiaba. Ed il merito va proprio a tutti gli attivisti che in questi ultimi tempi hanno manifestato nelle piazze di tutto il mondo.

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La strada è ancora lunga ma il trend positivo di questi ultimi tempi alimenta le speranze. Se da una parte la politica ancora fatica a dare risposte concrete e credibili, dall’altra il moltiplicarsi di organizzazioni e manifestazioni a sfondo ambientalista possono contribuire in maniera decisiva a darci un futuro diverso. La strada intrapresa è quella giusta. Non resta che vedere fino a che punto dovremmo spingerci.

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di Luigi Cazzola
Ott 8, 2019
Nato nel 1991 a Fano, laureato in Lingue e Comunicazione. Marketer di professione e diverse esperienze all’estero alle spalle. Da ormai qualche anno ambientalista convinto, a Settembre 2018 arriva la svolta che stava aspettando. Viene selezionato per il “Corso di Giornalismo Ambientale Laura Conti”, dove può finalmente approfondire tematiche relative tanto al giornalismo quanto all’ambiente. Fermamente convinto che la lotta al cambiamento climatico sia la più importante battaglia della sua generazione, decide di mettere le competenze acquisite al servizio di tutti per accrescere la consapevolezza legata a questo tema e fornire consigli pratici per orientare le scelte dei singoli verso un approccio più green grazie ad un consumo più critico e consapevole. Per L’Ecopost si occupa di redazione di contenuti, sviluppo Front-End e comunicazione sui Social Media.

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